Vin santo
Storia e curiosità sul preziosissimo vino

La Taverna del Pecorino di Matteo Pasquetti

Se pensiamo alla Toscana e alle sue tradizioni enogastronomiche, sono molti i prodotti che ci saltano alla mente, questo è dovuto senza dubbio, alla grande ricchezza di prodotti unici e di assoluto valore, che contribuiscono ad arricchire il variegato panorama enogastronomico della regione.
Ma se ci pensiamo bene uno dei prodotti che più di tutti viene legato in modo quasi immediato alla tradizione toscana, è senza dubbio il vin santo.
Con questo articolo andremo ad analizzare più nello specifico la storia e le curiosità che sono legate al vin santo un preziosissimo vino che tutti dovrebbero conoscere e soprattutto assaggiare almeno una volta nella vita.

Il vin santo e la Toscana:


Vera espressione del territorio e reale espressione di un modo di essere, il vin santo rappresenta da sempre l’espressione più vera e genuina della tradizione rurale del territorio, fedele compagno per tutte le occasioni di festa e convivialità.


Storia del vin santo:


Diffusosi originariamente nelle cantine dei signori più abbienti, poiché molto più costosa del normale, la lavorazione delle uve, che aveva come scopo quello di creare un prodotto, che avesse come caratteristica principale la dolcezza.
Mentre a partire da XIX secolo, comincia a diffondersi anche tra i contadini l’usanza di produrre piccoli quantitativi di vino proveniente dall’appassimento delle uve, assistendo in questo modo, alla nascente ruralizzazione del vin santo.


Origine del nome:
Il primo testo scritto che cita il nome vin santo per la prima volta in relazione al nostro vino, risale al 1773 sulle Oenologia Toscana di Cosimo Villafranchi.
L’appellativo di santo secondo alcuni è ricollegabile all’uso che ne veniva fatto durante le celebrazioni ecclesiastiche, elemento che contribuì ad identificarlo come vino dei preti.


La grande ricchezza del vin santo:


Sicuramente ci troviamo di fronte ad un prodotto di assoluto valore, che vede nella la regione Toscana il massimo esponente e il miglior custode della storia e della tradizione legata a questo famosissimo vino.

La scelta delle uve da impiegare, le diverse tecniche utilizzate in fase di vinificazione, dall’appassimento dei grappoli al periodo di maturazione del vino, i diversi contenitori di invecchiamento danno infatti vita ad una gamma di prodotti estremamente vasta ed articolata. Secchi, dolci, meno dolci, consistenze più o meno decise, rotondità al gusto non sempre raggiunte, sono tutti elementi che generano confusione al consumatore che vorrebbe capire meglio quale potrebbe essere una tipologia più riconoscibile. In Toscana oggi la sua presenza è confermata con ben 23 Denominazioni di origine controllata, sulle 40 complessive presenti sul territorio, che ne fanno la sua originale culla.



CANTUCCI E VIN SANTO:


CANTUCCINI


UN LEGAME CHE PARTE DA MOLTO LONTANO