La transumanza è un rito millenario, una migrazione stagionale delle greggi, che ha da sempre scandito il calendario dei pastori europei. Dalla pianura alle montagne in primavera e viceversa in autunno, questo fenomeno integra aspetti economici, culturali e ambientali: carestia e sovrappascolo sono scongiurati, la biodiversità è favorita e intere comunità si ritrovano lungo i tratturi, antiche vie pastorali che oggi sono riconosciute come Itinerari culturali UNESCO.
Origini e significato etimologico
Il termine “transumanza” proviene dal latino trans humus, “oltre la terra”. Fin dall’Impero Romano, si spostavano greggi per sfruttare i pascoli più ricchi, garantendo sostentamento e fertilità al suolo. Documenti medievali tracciano rotte lunghe centinaia di chilometri, attraversando regioni e favorendo scambi di tradizioni, dialetti e tecniche casearie.
Monticazione e demonticazione: le fasi chiave
La monticazione
Ogni primavera, tra aprile e giugno, migliaia di pecore iniziano la monticazione. I pastori guidano gli animali per 10–15 km al giorno, da fondovalle fino ai pascoli di alta quota, dove l’erba fresca ricresce dopo lo scioglimento delle nevi. Tra soste in rifugi, sostituzione di attrezzature e riti propiziatori, la camminata è occasione di festa e lavoro condiviso.
La demonticazione
Con l’arrivo dell’autunno, da settembre a novembre, si avvia la demonticazione: greggi e pastori ridiscendono verso le masserie in pianura. Il rientro è scandito da sagre locali, dove si celebra il ritorno degli animali e si preparano i formaggi ottenuti durante l’estate. Questo passaggio era fondamentale per evitare il gelo invernale e prevedere il foraggio invernale.
I tratturi: le “autostrade” pastorali
I tratturi sono vie lastricate di terra battuta, larghe fino a 60 metri, create appositamente per far passare le greggi. Tradizionalmente intitolati a santi o a località, percorrevano Abruzzo, Molise, Lazio e Puglia, collegando i pascoli di montagna a quelli di pianura. Oggi molti tratti sono sentieri escursionistici che permettono di ripercorrere la storia pastorale italiana.
La transumanza oggi: tra festa e autotrasporto
Nell’epoca moderna la meccanizzazione ha ridotto i percorsi a piedi: camion e rimorchi trasportano greggi su lunghe distanze. Tuttavia, in aree protette e parchi naturali, si mantiene la tradizione a piedi come evento culturale. Festival, rievocazioni storiche e cammini lungo i tratturi attirano turisti e appassionati, garantendo ritorni economici ai borghi coinvolti.
Patrimonio UNESCO: il riconoscimento del Consiglio d’Europa
Nel 2019 i “Cammini della transumanza” italiani sono stati inseriti nella rete degli “Itinerari culturali del Consiglio d’Europa”. Questo riconoscimento promuove la tutela del paesaggio, incentiva il turismo lento e sostiene progetti di conservazione delle vie pastorali, preservando l’identità rurale e la memoria collettiva delle popolazioni locali.
Impatto culturale e sostenibilità ambientale
La transumanza svolge ancora oggi funzioni ecologiche: previene il sovraccarico di pascoli, riduce il rischio di incendi e favorisce la diffusione di specie vegetali autoctone. Sul piano sociale, mantiene vive competenze tradizionali—dalla filatura della lana alla produzione lattiero-casearia—e favorisce l’incontro tra generazioni, consolidando il legame con il territorio.
Come vivere un’esperienza di transumanza
Per immergersi nella quotidianità dei pastori, diverse associazioni e agriturismi offrono trekking con pensione completa. Si parte all’alba, si segue il gregge fino ai pascoli, si partecipa alla mungitura e si assaggia formaggio appena prodotto. In Val d’Orcia, itinerari guidati di due o più giorni includono soste in rifugi e workshop su tecniche casearie tradizionali.
Conclusione
La transumanza è molto più di una pratica agricola: è un patrimonio immateriale che unisce natura, cultura e storia. Ritorna ogni anno per ricordarci il valore della sostenibilità e l’importanza di conservare antichi saperi. Che si percorra un tratturo a piedi o che si partecipi a una sagra, vivere la transumanza significa riscoprire un dialogo autentico tra uomo, animale e paesaggio.