Transumanza in Val d’Orcia
Perché il nostro pecorino è (davvero) sostenibile

La Taverna del Pecorino di Matteo Pasquetti

A sud della Toscana, tra le dolci colline della Val d’Orcia, la transumanza è una tradizione millenaria, alla base di pratiche di allevamento rispettose tanto dell’ambiente quanto del benessere degli animali.


La transumanza: un equilibrio tra uomo e natura
La transumanza rappresenta una pratica pastorale che incarna un modello di sostenibilità autentico: il movimento stagionale delle greggi tra pascoli diversi permette di rispettare i cicli naturali della terra, evitando lo sfruttamento intensivo del suolo e favorendo la rigenerazione spontanea dei pascoli. Questo approccio, ancora oggi adottato da molti allevatori, promuove il benessere animale, riduce la necessità di foraggi esterni e contribuisce a mantenere vive le connessioni tra attività umana e paesaggio naturale. È un esempio concreto di come la produzione alimentare possa essere compatibile con l’ambiente, custodendo la biodiversità e riducendo l’impatto ecologico lungo tutta la filiera.

La transumanza non è strettamente legata alla produzione del Pecorino di Pienza, ma ha sicuramente avuto nel passato un impatto significativo sull'allevamento ovino nella zona, che è la base per la produzione del formaggio. Questa pratica trova le sue radici nell’Età del Bronzo: per secoli, i pastori hanno spostato le greggi tra i pascoli montani e la Maremma, seguendo i ritmi della natura e garantendo il benessere degli animali. Questa pratica ha modellato il paesaggio e preservato la biodiversità locale.
A Pienza, infatti, possiamo affermare con orgoglio che il nostro formaggio è davvero sostenibile, non solo per la qualità del latte, ma per l’intero sistema che lo sostiene.


Riduzione della carbon footprint: dati e risultati
La sostenibilità del Pecorino di Pienza sta anche in un altro aspetto fondamentale della sua produzione: uno studio sull’impronta ambientale del Pecorino toscano, infatti, ha evidenziato che le principali emissioni di CO₂ derivano dalla fermentazione enterica, dalla gestione del letame e dalla produzione di mangimi. Tuttavia, l’adozione di sistemi di allevamento estensivi, basati sul pascolo libero, può significativamente ridurre queste emissioni. Così le pratiche agricole sostenibili riducono le emissioni di gas serra fino al 30% e la filiera alla base della produzione del Pecorino di Pienza risulta sostenibile e con una carbon footprint contenuta.


Il Pecorino di Pienza, quindi, non è solo un prodotto di eccellenza gastronomica, ma è soprattutto il risultato di un sistema produttivo che integra tradizione, innovazione e rispetto per l’ambiente: queste sono le chiavi per un futuro in cui il nostro formaggio continui a raccontare la storia della Val d’Orcia, nel rispetto della natura e delle generazioni future.