Val d’Orcia in inverno
Itinerario fotografico all’alba

La Taverna del Pecorino di Matteo Pasquetti

Quando si parla del paesaggio della Val d’Orcia, di solito nell’immaginario appaiono le colline verde brillante della primavera o le distese dorate dell’estate. Spesso la bellezza di questo territorio in autunno e in inverno viene purtroppo tralasciata. È vero, è una bellezza diversa, più nostalgica e austera, ma sempre affascinante e meritevole di essere immortalata, soprattutto durante l’inverno, che, con la sua luce bassa e delicata, regala uno dei volti più autentici e poetici della Val d’Orcia.
Questa è una stagione purtroppo sottovalutata dai viaggiatori, ma amatissima dagli appassionati di fotografia da chi la vive come un atto non solo di osservazione ma anche di ascolto: l’ascolto dei silenzi, delle atmosfere sospese, delle geometrie che emergono nitide nel paesaggio quando il fogliame si ritira e restano solo linee, colline, casali e cipressi.

L’alba, poi, in inverno, ha un’intensità particolare: il sole sorge tardi, lasciando più tempo per prepararsi, studiare il meteo e raggiungere il punto di scatto senza la frenesia tipica dei mesi estivi. Ma soprattutto regala una luce che non si ritrova in nessun altro momento dell’anno: un bagliore lattiginoso, tenue, che sfiora le creste delle colline e si insinua tra le nebbie mattutine. È quella luce che trasforma la Val d’Orcia in un acquerello vivo, fatto di sfumature fredde e improvvise pennellate dorate.

In questo articolo ti proponiamo un breve itinerario fotografico all’alba che si sviluppa da Montepulciano verso Pienza, per poi concludersi nei pressi di San Quirico d’Orcia. Un percorso lineare, pensato per sfruttare al meglio la direzione della luce e per scattare le foto più belle in ciascuna località.


1. Montepulciano e San Biagio
La chiesa di San Biagio, vista dall’alto dei punti panoramici di Montepulciano, è una delle immagini più scenografiche che si possano catturare all’alba. La chiesa è orientata verso est, e in inverno riceve la primissima luce del giorno con un’intensità sorprendente.
Nei minuti che precedono il sorgere del sole, la valle è immersa in una penombra fredda, spesso attraversata da sottili strati di nebbia. Poi, all’improvviso, la pietra chiara della costruzione si accende di un oro tenue mentre il resto del paesaggio rimane ancora pallido: un contrasto che crea profondità e dona agli scatti una dimensione quasi teatrale.
Se la mattina, invece, è particolarmente umida, la cupola di San Biagio emerge dalla bruma come un’apparizione.


2. Strada panoramica tra Pienza e Monticchiello
Dopo aver catturato la magia di San Biagio, ci si sposta verso Pienza e si imbocca la strada che conduce a Monticchiello, uno dei tratti più iconici della Val d’Orcia. In inverno, quando le colline sono nude e le geometrie del terreno emergono con chiarezza, questo percorso diventa una lezione di fotografia paesaggistica a cielo aperto.
In questa fase della mattina, il sole è salito quel poco che basta per illuminare in modo uniforme il paesaggio senza però appiattire i contrasti: i toni pastello dell’alba si fondono con il bruno dei campi invernali, così che tutti i dettagli del terreno — strade, curve, solchi, pieghe, crinali — emergono più leggibili.
È una tappa ideale per fotografie più ampie, in cui il paesaggio è protagonista assoluto: morbido, essenziale, quasi grafico nella sua struttura. Fermarsi in uno dei numerosi spazi lungo la strada permette di costruire inquadrature pulite, dove la bellezza naturale del luogo parla da sé.


3. Cappella della Madonna di Vitaleta
La terza e ultima tappa dell’itinerario conduce alla Cappella della Madonna di Vitaleta, piccolo gioiello solitario incastonato tra le colline nei pressi di San Quirico d’Orcia. Arrivarci quando il sole è già un po’ più alto, ma ancora morbido come solo durante l’inverno sa essere, permette di valorizzare appieno la sua figura elegante.
La chiesetta appare nitida, affiancata dai cipressi, mentre attorno si apre un panorama di strade sterrate con curve dolci e campi bruni. La luce piena dona profondità al paesaggio e fa risaltare la pietra chiara della cappella, creando un contrasto naturale perfetto.
La composizione qui gioca sulla purezza: Vitaleta è un soggetto che non ha bisogno di artifici, e in inverno si esprime con un minimalismo che trasmette quiete, equilibrio e una bellezza essenziale.