Funghi porcini
I trucchi per trovarli facilmente

La Taverna del Pecorino di Matteo Pasquetti

I porcini si cercano 2–4 giorni dopo piogge miti, con notti non troppo fredde, in boschi di castagno, faggio, abete o pino. Punta margini, radure, tappeti di muschio e leggere pendenze ben drenate; esci al mattino con cestino aerato e coltello. Prima del consumo, fai controllare il raccolto all’Ispettorato Micologico della tua ASL: è un servizio pubblico e gratuito in Toscana.

porcino

Avvertenza importante


Le indicazioni qui riportate sono divulgative. Non consumare mai funghi non identificati con certezza da un micologo o dall’Ispettorato Micologico. In Toscana il controllo è gratuito con sportelli e orari pubblicati dalle ASL.


Quando uscire: meteo e finestre “buone”



Dopo la pioggia: esci in media 2–4 giorni dopo precipitazioni miti, quando il suolo resta umido ma non fradicio.

Temperature: notti miti, assenza di gelate e vento forte.

Stagione: l’autunno (settembre-novembre) è la finestra migliore; in alcune aree e quote si trovano anche in primavera.

Perché funziona: l’umidità post-pioggia e le temperature temperate attivano la fruttificazione; contano esposizione, drenaggio e copertura del suolo (muschio/foglie). Questi parametri ecologici sono alla base delle guide naturalistiche istituzionali.

Dove cercarli: alberi simbionti e micro-habitat vincenti



I porcini (gruppo Boletus edulis) vivono in simbiosi con alcuni alberi:

Castagno & faggio (collina–media montagna): tappeti di foglie, margini di sentiero, chiarìe luminose.

Abete & pino (conifere): suoli tendenzialmente acidi, muschio vivo, vecchi tronchi a terra.

Micro-habitat: leggere pendenze ben drenate, zone arieggiate e con luce filtrata; evitare conche troppo fradicie.

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Le pubblicazioni ISPRA spiegano bene relazioni habitat-specie e lettura del bosco: sono risorse aperte, ricche di schede e immagini.



Stagionalità & habitat


MeseProbabilità*Quota tipicaAlberi simbiontiTip
Set–OttAltaCollina–media montagnaCastagno, faggio2–4 gg dopo piogge; margini e radure
Ott–NovMediaMedia–bassaCastagno, querciaCerca zone soleggiate e ben drenate
Apr–GiuVariabileMediaAbete, pinoDopo fronti miti e umidi; muschi attivi

*Indicazioni generali: verifica sempre condizioni locali e meteo.




Riconoscere i porcini (senza sostituire il micologo)



Porcini (gruppo B. edulis): cappello bruno, pori bianchi→crema (mai lamelle), gambo panciuto con reticolo chiaro, carne bianca.

Possibili confusioni: specie a lamelle (da evitare), boleti amari o tossici. In caso di dubbio, non consumare.

Perché il controllo è cruciale: nelle ASL toscane una quota rilevante dei campioni portati dai cittadini risulta non commestibile o alterata; lo certifica un report pubblico dell’AUSL Toscana Centro.

Strumenti e tecnica: cosa portare e come muoversi



Cestino aerato (no sacchetti), coltello per taglio alla base, pennellino/panno per pulizia a secco.

App meteo + bussola: finestre 2–4 giorni post-pioggia, esposizioni est/ovest più “calde”.

Mappa/coordinate: segna le aree visitate; rispetta proprietà e divieti.

Abbigliamento: scarponi con grip, strati tecnici, acqua e snack.

Regole, tesserini e sicurezza (Toscana)

In Toscana la raccolta è disciplinata dalla L.R. 16/1999 e successive modifiche: la Regione mette a disposizione un vademecum ufficiale e pagine informative aperte. Verifica autorizzazioni, limiti e aree prima di uscire.

Alcuni Comuni/enti pubblicano ulteriori dettagli operativi (orari, quote, modulistica). Esempio: un Comune toscano riporta modalità di rilascio autorizzazioni e indicazioni pratiche. Controlla sempre le pagine istituzionali locali.

Esistono anche delibere stagionali (es. stop in specifici giorni per periodi limitati): informati prima di organizzare l’uscita, perché le regole possono cambiare di anno in anno.

Per una visione “Italia intera”, ogni Regione ha una sua pagina normativa (es. Piemonte): utile quando ti sposti fuori Toscana.


Dalla cerca alla cucina

Conservazione: frigo 1–2 giorni in carta, pulizia a secco (evita ammolli).

Cottura: trifolati, risotti, paste fresche; non stracuocere per preservare aroma e texture.

Approfondimenti globali: un’ottima panoramica sugli usi alimentari dei funghi spontanei (open access) è pubblicata dalla FAO.

Checklist stampabile (pre-uscita)

☐ Meteo: piogge recenti + minime miti

☐ Area consentita + eventuale tesserino

☐ Cestino, coltello, panno/pennello

☐ Acqua, snack, batteria carica

☐ Piano di rientro + contatto di sicurezza


fungo velenoso

I funghi velenosi comuni:


I funghi velenosi di solito contengono tossine nocive per la salute dell’uomo. Quando si va alla ricerca dei funghi nei boschi è sempre bene non fare affidamento ai vecchi detti popolari, ma cercare sempre di andare alla ricerca dei funghi con persone molto esperte.





Adesso vediamo nello specifico alcuni funghi velenosi comuni:

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Amanita Gemmata:
Questo fungo è un fungo primaverile che si trova molto facilmente nei boschi di latifoglie e aghifoglie. È costituito da un gambo bianco e da un cappello giallo con delle escrescenze bianche.
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Amanita muscaria:
Il gambo è bianco e il cappello è rosso acceso con delle escrescenze bianche. Il cilindro è slanciato all’apice ma bulboso alla base.
amanita muscaria
Amanita Phalloides:
Questo fungo ormai diffuso in quasi tutto il mondo, viene comunemente chiamato anche angelo della morte. Ha un gambo bianco con delle striature gialle e un cappello emisferico liscio uniforme di colore grigio.
bianco
Amanita verna:
Il suo aspetto può indurre senza dubbio in tentazione. Si presenta di un colorito bianco candito, con un gambo cilindrico e un cappello bianco e liscio.


funghi
Paxillus involutus:
Questo fungo cresce tra l’estate e l’autunno in boschi di conifere e latifoglie. Tempo fa non era inserito nella lista dei funghi velenosi perché se cotto bene risultava essere commestibile. Ma dopo numerosi incidenti e intossicazioni provocate da una sua cottura poco attenta, si è deciso di inserirlo a pieno diritto nella lista dei funghi velenosi più comuni. Si presenta con un gambo giallastro bruno chiaro, pieno e incurvato alla base con un cappello vischioso tendente all’olivastro.


Ricette con porcini

FAQ: funghi porcini

Quando è il periodo migliore per trovare i porcini?
Autunno (settembre–novembre) dopo piogge miti; in primavera in alcune aree/quote favorevoli.


Dopo la pioggia, quanto aspettare per uscire?
In media 2 - 4 giorni: il suolo deve rimanere umido ma non saturo e le notti non troppo fredde.

In quali boschi cercarli?
Castagno, faggio, abete e pino; preferisci margini, radure, muschi vivi e leggere pendenze ben drenate.


Come evito confusioni pericolose?
I porcini hanno pori (non lamelle) e un gambo panciuto con reticolo; in caso di dubbio fai controllare in ASL. Report pubblici mostrano che ogni anno molti campioni non sono commestibili o risultano alterati.


Serve un permesso per la raccolta in Toscana?
Informati su L.R. 16/1999 e sulle pagine della Regione Toscana: troverai condizioni, tesserini/autorizzazioni, limiti e opuscoli ufficiali.


Dove posso far controllare gratuitamente i funghi?
Allo Sportello/Ispettorato Micologico della tua ASL (sedi e orari sono pubblicati online).


Bibliografia essenziale

Regione Toscana: “Raccolta funghi, ecco le disposizioni” + info generali sulla L.R. 16/1999.

Consiglio Regionale Toscana: testo coordinato L.R. 16/1999 (raccolta e commercio funghi epigei).

ASL Toscana: pagine su controllo commestibilità e sorveglianza intossicazioni (PDF e news).

ISPRA: “Quaderno Natura e Biodiversità: Funghi” (schede habitat, open access).

FAO: “Wild edible fungi: a global overview”